Psicologia del crimine

Il Corso, della durata di 20 ore, indaga sulle cause psicologiche delle condotte aggressive, analizzando diverse tipologie di criminalità. Si è tenuto in due edizioni, negli anni 2018 e 2019, presso l'Università Popolare Eretina di Monterotondo (RM)

di Loretta Sapora - 04-02-2019 17:00 | 11-04-2019 19:00

Estratto dalle Dispense del Corso U.P.E. di Monterotondo (RM), anni 2018 e 2019

INDICE DEGLI ARGOMENTI

  • Chi è il criminale?
  • I bisogni psicologici fondamentali
  • Ostacoli al soddisfacimento dei bisogni
  • Reazioni attive e reazioni passive alla frustrazione
  • Il primo delitto della storia: nella Bibbia e nel Libro di Nod
  • Dramma della gelosia
  • La visione del criminale di mafia e la sua realtà
  • La ricerca del potere/l’orgoglio del potere/la redenzione impossibile nel
  • Libro di Nod
  • Disperazione e pentimento nel video “Emozioni in rosso” di N. Maimone e V. Vari
  • Un delitto “giusto” e una redenzione possibile in “Le memorie di Adriano” in M. Yourcenar
  • Il ruolo della paura nel film “Io, l’altro” di Mohsen Melliti
  • Paura e aggressività dal testo “Bambini” di D. Caprioglio (Ed. Melusina,1998)
  • L’aggressività nelle opere di Franz Borghese
  • Fenomenologia dei comportamenti aggressivi
  • Il massacro del Circeo e Angelo Izzo: i fatti, le dichiarazioni,i pensieri di Izzo; le perizie improbabili, la diagnosi psichiatrica, l’inquadramento criminologico, l’analisi grafologica, il matrimonio• Marco Mariolini, il cacciatore di anoressiche: i fatti, cenni sulla personalità del carnefice e della vittima
  • La dimensione orale nei film: “Profumo” di Tom Tykwer e “Il silenzio degli innocenti” di Jonathan Demme
  • Il delitto “d’amore/onore”: la donna che sposa il femminicida; il femminicida per abbandono; il caso del militare uxoricida
  • Analisi di casi di omicidio dal testo “Amorosi assassini” del gruppo Controparola: l’ingenuità imprudente; la battaglia fatale; il delitto senza sangue
  • Giovani donne a rischio: Maria e Benedetta
  • Un progetto di prevenzione delle condotte aggressive
  • Il padre abusante (pedofilia+incesto): il Disturbo pedofilico, la teoria psicanalitica delle perversioni sessuali; le tipologie secondo Merzagora, la strategia del padre innamorato; il vissuto del figlio abusato; un caso di abuso trans-generazionale, tra psicosomatica e rimozione
  • La madre assassina: tipologie (maltrattante, omissiva, antisociale, suicidaria, denegante, colpevolizzante, vendicativa, salvatrice, pietosa, sindrome di Medea, sindrome di Munchhausen per procura) e cause, la storia a lieto fine di Doriana e il cagnolino
  • La madre affamante nel film “Hungry hearts” di Saverio Costanzo

DI SEGUITO ALCUNI CONTENUTI ESEMPLIFICATIVI
CHI È INTERESSATO AL PROGETTO COMPLETO PUÒ SCRIVERE A: lorettasapora@gmail.com

CHI È IL CRIMINALE?

Che sia o meno portatrice di una evidente e facilmente riconoscibile psicopatologia, la persona violenta vive comunque una dimensione psichica fortemente ego-distonica, dominata da una rabbia devastante.

Può essere:

  • Una persona che ha una storia di pesanti violenze subìte (fisiche o psicologiche)
  • Una persona cresciuta con modelli di riferimento per i quali l’uso sistematico della violenza è strumento elettivo di affermazione personale e “complemento” indispensabile degli stessi mezzi di sussistenza (famiglie mafiose, ladri di professione, usurai, spacciatori ...)
  • (Se il comportamento violento è occasionale) Una persona molto spaventata e/o molto impulsiva
  • Una persona che ha subìto massicce e continuative frustrazioni dei propri bisogni psicologici fondamentali

DRAMMA DELLA GELOSIA

“Attaccava decalcomanie sulla cassettiera della stanza del fratellino che era appena nato in ospedale. Ci mise tutto l'impegno di cui era capace per allineare e spaziare le figure l'una dall'altra.

Alla fine Maria guardò il lavoro e si sentì felice: neanche a scuola le venivano così bene le cornicette dei quaderni.

Aprì i cassetti e dispose con più ordine i calzettini, le scarpine traforate in lana, le camicine ricamate di seta. Diede un sguardo colpevole alla sua bambola che aveva dimenticata a terra. Forse anche lei, la bambola, sarebbe stata bella con quel vestitino giallo inamidato, ma lasciò velocemente perdere quest'idea infantile: aveva da sistemare il lenzuolo della culla che stava vaporosa ad aspettare.

Alla fine, rimase in silenzio a guardare. Tutto era in ordine, si sentì brava e grande per aver sistemato così bene la stanza del fratello.

Di sicuro la mamma sarebbe stata fiera della sua bambina.

Stava aspettando nella veranda attigua alla cameretta del fratellino il ritorno della madre con il nuovo nato. Venne una zia a salutarla e le portò, come promesso, un gattino. Si mise subito a giocare, intenerita dal suo piccolo musetto. Lo accarezzava e lo prendeva in braccio come si fa con un bambino...

DRAMMA DELLA GELOSIA

... A un certo punto, incomprensibilmente, si arrampicò sopra una sedia e con le mani in alto lo lasciò cadere sul pavimento.

Lo riprese e lo ributtò giù. Era come presa da un furore sconosciuto. Si fermò solo quando non sentì più alcun lamento.

Quel piccolo animale stava lì inerte davanti a lei. Urlò atterrita e volle che chiamassero lo zio pediatra.

Era convinta che lui solo avrebbe potuto ridare la vita al suo gattino, vittima, al posto del fratello, della sua inconsapevole gelosia. Ci volle tempo e l'affetto di tutto il parentado per calmare la sua disperazione.

Lei non riusciva a capire perché, dopo tanto ordine, fosse accaduta quella tragedia spaventosa. Non riusciva a darsi pace per aver distrutto in un attimo tutta quella gioiosa attesa”

Dal testo “Bambini” di D. Caprioglio, Ed. Melusina Roma 1998

FENOMENOLOGIA DEI COMPORTAMENTI AGGRESSIVI

I RITUALI DI ATTACCO DESCRITTI DA GEOFF THOMPSON
(tipica aggressione subdola, agita usando l'inganno e sfruttando la vulnerabilità della vittima)

L'aggressione si svolge in 4 fasi:

  • DIALOGARE
    in modo gentile o apparentemente casuale, per “esplorare” la vittima, saggiandone l'appetibilità e la vulnerabilità (fisica, psicologica o ambientale), cioè la possibilità/capacità di reagire
  • INGANNARE
    mostrando atteggiamenti tipici di intenzioni pacifiche o lusinghiere per la vittima; più grave è il crimine, più elaborato è l‘inganno
  • DISTRARRE
    per provocare un calo di attenzione/di vigilanza nella vittima e ridurre progressivamente la distanza, psicologica e fisica, dall’aggressore
    DISTRUGGERE
    l'improvvisa esplosione della violenza coglie di sorpresa la vittima, rendendola incapace di reagire efficacemente/di sfuggire all'aggressione

ANGELO IZZO: I FATTI
Primo di 4 figli, padre costruttore e madre laureata in lettere ma dedita alla famiglia.

Al Liceo studia il minimo, ma fa molto sport: ama in particolare gli sport di contatto (arti marziali e rugby).

A 13 anni entra nella Giovane Italia, associazione studentesca del MSI, da cui viene espulso insieme ad Andrea Ghira perché usa il cortile interno della sede della sezione per nascondere motorini rubati.

Continua a partecipare sporadicamente alla vita dell’estrema destra romana, definendosi un militante, ma in realtà usa la politica come pretesto per rubare, picchiare, seviziare.

Nel 1974 aveva già violentato due donne, ricevendo una condanna a soli 2 anni e mezzo di carcere, uscendo con la condizionale dopo appena qualche mese.

Iscritto alla facoltà di Medicina, la frequenta molto saltuariamente: ciò che veramente lo interessa è il sesso violento.

Dopo la condanna per il massacro del Circeo, riesce incredibilmente e continuativamente a manipolare il sistema giudiziario per ottenere vantaggi e visibilità mediatica.

ANGELO IZZO: I PENSIERI
(nel progetto di romanzo)

“Credo che lo stupro abbia a che fare con gli istinti primordiali dell’uomo. La caccia, l’inseguimento, la cattura, la preda calda, spaventata, tremante, il possesso. Ecco, questo il gioco, la mia eccitazione si fonda su questo subdolo e umiliante meccanismo: il possesso. Il sapere che lei è preda, alla tua totale mercé, debole e remissiva, schiava delle tue volontà. Il possesso totale. Sì, è vero, in uno stupro la soddisfazione sessuale è poca cosa, è il resto a farla da padrone. Il pieno controllo del corpo di lei, il senso di onnipotenza, lo sfogo sadico di un istinto malfermo, la tortura psicologica, la sua sofferenza, l’angoscia, la remissività. Tutto entra in un gioco perverso teso all’annullamento della sua volontà. La donna che è dominata, la schiavitù, la sottomissione, l’inseguimento del tuo solo piacere. (...) Per noi è così, una volta rotti gli argini diventiamo degli stupratori seriali.

Entra nelle nostre priorità quella di avere delle donne da violare, da ridurre a giocattoli sessuali (...). È il nostro divertimento, ormai, niente più ci allontana dal desiderio di sfogarci in questo modo aberrante, siamo schiavi della nostra malattia, ne siamo forse consapevoli a volte, ma non sappiamo più rinunciare. Perfino le lacrime generano fortissimo desiderio”.

ANGELO IZZO: LA DIAGNOSI PSICHIATRICA

Uno psichiatra dell’Università Cattolica che aveva esaminato Izzo negli anni ’70 su richiesta del padre, aveva diagnosticato una nevrosi maniaco-depressiva e alterazioni della sessualità indotte da una circoncisione operata tardivamente allo scopo di correggere un iposviluppo dell’organo genitale.

Izzo cercava di compensare le dimensioni scarse del suo organo sessuale abusando di psicofarmaci e manifestando un atteggiamento da conquistatore onnipotente ... che in realtà doveva mascherare il suo complesso d’inferiorità genitale.

IL CACCIATORE DI ANORESSICHE
(i fatti)

Lui, Marco Mariolini è un antiquario di 34 anni e vive nella provincia bresciana. Da sempre ossessionato dalle donne magrissime, si è separato dalla moglie, da cui ha avuto 2 figli, dopo averla spinta alle soglie dell’anoressia. Incontra quindi...

...Lei, Monica Calò, di 24 anni, che studia Psicologia a Padova mentre la sua famiglia di origine vive a Domodossola. È alta mt 1,73 e pesa 50 Kg, quindi è già leggermente sottopeso. Dapprima con minacce poi con la violenza, lui la costringe alla convivenza in casa sua. Si fa consegnare molti soldi, in particolare quelli ricavati dalla vendita di 2 immobili di proprietà della ragazza. La obbliga a tagliare i ponti con la sua famiglia di origine.

MARCO MARIOLINI
IL CACCIATORE DI ANORESSICHE

Intervistato dalla
Leosini, dirà che ha “dovuto” farlo, perché lei si ostinava a non voler tornare con lui.

Giudicato capace di intendere, viene condannato a 30 anni con rito abbreviato. L’accusa aveva chiesto l’ergastolo.

IL FEMMINICIDA PER ABBANDONO E’ UNA PERSONA:

  • Passiva
    (non sa reagire attivamente all’abbandono)
  • Debole
    (non sopporta la frustrazione)
  • Dipendente
    (non è in grado di vivere senza il suo “oggetto”)
  • Drammaticamente priva del senso di
    “avere un valore”...
  • ...e di poter essere amato per ciò che è

IL MIRACOLO DELL'EMPATIA

Gli studenti dell’IPSIA Duca D’Aosta di Roma commentano il video “Emozioni in rosso (Il dramma del Torero)”:

“La ballerina esprimeva compassione e dispiacere verso il toro, sembrava che piangesse per la sorte che era toccata al toro” (Eugenio)

“Alla fine la ballerina sta con le mani unite dietro la schiena, come se stesse lei pure appesa ai ganci dove finirà il toro nell’ultima parte di quel dramma; cioè il torero soffre perché sente la sofferenza del toro” (Luca)

L’ultimo lavoro del sociologo americano Rifkin indica nello sviluppo della capacità empatica la via di salvezza possibile per l’umanità (“La civiltà dell’empatia”, Mondadori 2010)

IL PADRE ABUSANTE: PEDOFILIA+INCESTO

LA STRATEGIA DEL PADRE “INNAMORATO”

  • Il padre stabilisce con la figlia “prescelta” un rapporto esclusivo, attento e premuroso, catturante e invischiante: diventa la sua preferita, le fa lusinghiere e accattivanti promesse di realizzazioni future, oppure si mostra incompreso e infelice...
  • ...mentre tende a svalutare ed isolare la figura materna, in genere già poco capace, per diverse ragioni, di rispondere ai bisogni della figlia
  • Il padre passa gradualmente a forme sempre più intrusive di interazione sessuale (dai discorsi sul sesso ai contatti fisici, potendo arrivare all’estremo della penetrazione)...
  • ...costringendo la figlia a tenere il segreto, con vari mezzi (dalle lusinghe alle minacce)
  • Il segreto (difficilmente svelato in modo diretto ed esplicito in costanza di reato) può essere rimosso, nel tentativo della vittima di allontanare dalla coscienza una esperienza insostenibile...
  • ...mentre la madre sceglie spesso di ignorare/negare i segnali silenziosi emessi dalla figlia sul piano psico-fisico per difendersi dal contatto con una realtà angosciante e inaccettabile

LA MADRE ASSASSINA: TIPOLOGIE

  • LA MADRE MALTRATTANTE
    Usa abitualmente la violenza fisica sul figlio in modo improprio, crudele, sadico; in seguito ad uno stimolo proveniente dal figlio, mette in atto impulsivamente una condotta violenta che lo uccide, pur non essendo questa conseguenza estrema la sua intenzione
  • LA MADRE OMISSIVA/NEGLIGENTE
    Non accudisce e non tutela adeguatamente il figlio, sentendo le richieste e la presenza di lui come insostenibile/destabilizzante: l’uccisione del figlio avviene con modalità passive o con omissioni: alimentazione sbagliata o insufficiente, cure non somministrate, incidenti che avrebbero potuto essere evitati...
  • LA MADRE ANTISOCIALE
    Uccide deliberatamente e in piena coscienza il figlio non desiderato
  • LA MADRE SUICIDA
    Vive uno stato depressivo profondo e si convince alla fine di non poter più vivere in una realtà che percepisce ostile/crudele/senza speranza, e che suo figlio non possa sopravvivere in una tale situazione senza di lei: pianifica quindi l’omicidio del figlio insieme al suo suicidio
     

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