Relazioni sane, relazioni patologiche

Il Corso, della durata di 20 ore, propone una riflessione sui diversi elementi che distinguono una relazione sana da una relazione malata, prendendo in considerazione diversi tipi di relazione: parentale, affettiva, amicale, virtuale ... Si è tenuto nel primo semestre dell'anno 2020 presso l'Università Popolare Eretina di Monterotondo (RM)

di Loretta Sapora - 28-01-2020 17:00 | 28-06-2020 17:00

Estratto dalle dispense del Corso UPE

INDICE DEGLI ARGOMENTI

  • Relazioni amicali
  • Relazioni affettive
  • Relazioni sessuali
  • Relazioni virtuali
  • Lo stile personale di gestione delle relazioni
  • Per avere relazioni sane è fondamentale ...
  • Relazioni problematiche: analisi di casi
  • La dipendenza affettiva
  • Le relazioni perverse
  • L’autolesionismo
  • Autolesionismo e body art
  • Le idee e i comportamenti suicidari
  • Analisi di film: “Jul e Jim” di Francois Truffaut; “Dobbiamo parlare” di Sergio Rubini; “Terra madre” di Ermanno Olmi

DI SEGUITO ALCUNI CONTENUTI ESEMPLIFICATIVI

CHI È INTERESSATO AL PROGETTO COMPLETO PUÒ SCRIVERE A: lorettasapora@gmail.com

PER AVERE RELAZIONI SANE ...

È FONDAMENTALE:

  • •. Essere consapevoli del proprio irrisolto nell’ambito dei bisogni psicologici fondamentali ed essere capaci di gestirlo ...
  • ... perché l’irrisolto personale determina le aspettative e le richieste verso l’Altro in generale e verso il Partner  in particolare...
  • •. Avere introiettato modelli di Femminile e di Maschile sufficientemente buoni/equilibrati

IN PARTICOLARE:

•. Gestire in modo sufficientemente equilibrato la dimensione del dare/avere
•. Non avere conflitti aperti con le figure genitoriali

 

RELAZIONI PROBLEMATICHE

•  Divento quello che vuole mio padre/madre ... Oppure l’esatto contrario
•  Subisco senza ribellarmi le richieste frustranti di mia madre/mio padre ... E poi mi trasformo in Lei/Lui
•  Chiedo al mio compagno/a quello che non ha/non può/non vuole darmi ...
•. ... e lo/a attacco per essere quello che è/per non diventare quello che io voglio che sia
•  Voglio essere amato/a da tutti (datore di lavoro, cliente/paziente, medico/psicologo, alunni ...)
•  Voglio dipendere dall’Altro in tutto
• Voglio controllare l’Altro/avere potere su di lui/lei
 

LA DIPENDENZA AFFETTIVA

“Quando giustifichiamo i suoi malumori, il suo cattivo carattere, la sua indifferenza, o li consideriamo conseguenze di un’infanzia infelice e cerchiamo di diventare la sua terapista, stiamo amando troppo.

Quando non ci piacciono il suo carattere, il suo modo di pensare e il suo comportamento, ma ci adattiamo pensando che se noi saremo abbastanza attraenti e affettuose lui vorrà cambiare per amor nostro, stiamo amando troppo.

Quando la relazione con lui mette a repentaglio il nostro benessere emotivo, e forse anche la nostra salute e la nostra sicurezza, stiamo decisamente amando troppo”

Se vi è mai capitato di essere ossessionate da un uomo, forse vi è venuto il sospetto che alla radice della vostra ossessione non ci fosse amore, ma la paura

(R. Norwood, “Donne che amano troppo”)

Nella “love addiction”  si sperimenta la dipendenza dall’Altro in modo simile alla dipendenza da sostanze

 

CARATTERISTICHE DELLA DIPENDENZA AFFETTIVA

•  La dipendenza affettiva è una condizione di assoluta dedizione all’altro, che determina la progressiva riduzione dei propri spazi d’indipendenza, implicando disinteresse per tutto ciò che non riguarda l’oggetto d’amore ed il rapporto di coppia
•  I dipendenti affettivi vedono nel legame con l’Altro la risoluzione di tutti i loro problemi ...
•. ... hanno bisogno di continue attenzioni e conferme per sentirsi sicuri e forti, e contrastare così il senso di impotenza e di mancanza che li affligge
•. Nella dipendenza affettiva, domina la paura della perdita/dell’abbandono, che sarebbe devastante ...
•. ... per cui ogni altro rapporto ed ogni cambiamento viene vissuto come potenzialmente pericoloso
•. L’allontanamento dell’Altro (anche per ragioni razionalmente giustificate) causa disagi/sofferenze/gelosie di intensità sproporzionata e difficili da gestire ...
•. ... che possono sfociare in violenza fisica o verbale, o in episodi depressivi
•. La depressione o la ricerca immediata di un oggetto d’amore sostitutivo sono le possibili risposte alla fine della relazione (naturalmente sempre subìta e mai decisa)
•  Chi è affetto da dipendenza affettiva non riesce a cogliere e a beneficiare dell’amore nella sua profondità ed intimità: al contrario, quello che ricerca è la soddisfazione immediata del proprio bisogno, l’alleviamento di una tensione insostenibile, il superamento di un’insicurezza 
 

LE RELAZIONI PERVERSE

LE PARAFILIE NEL DSM (Manuale Diagnostico Statistico dei disturbi mentali)

Il termine “parafilie” (che sostituisce il vecchio termine “perversioni”) indica ricorrenti e intensi impulsi, fantasie o comportamenti sessuali che implicano oggetti, attività o situazioni (la cosiddetta “meta”) inusuali e causano disagio clinicamente significativo o compromissione dell’area affettiva, sociale, lavorativa

LA TEORIA PSICANALITICA DELLE PERVERSIONI SESSUALI

Le perversioni sessuali derivano da un arresto (di origine traumatica) del normale sviluppo libidico, per cui la persona non arriva alla maturità genitale, rimanendo fissata ad una fase precedente/immatura dello sviluppo

Nelle perversioni sessuali (secondo il DSM V: feticismo, esibizionismo, voyerismo, frotterismo, masochismo, sadismo, pedofilia, travestitismo) la soddisfazione libidica è legata appunto a modalità infantili, incomplete e parziali (nel senso che sono in causa zone erogene parziali ed oggetti parziali) che hanno lo scopo di negare un aspetto della realtà molto focalizzato e specifico: il sesso della donna (e quindi la castrazione come difetto fallico-narcisistico fondamentale).

Come dice Bergeret, "Questo oggetto parziale non deve esistere, mentre l'oggetto parziale fallico si trova violentemente e complementariamente superinvestito, con una modalità narcisistica ... una parte dell'Io riconosce la castrazione, ma un'altra parte la nega"

Nelle perversioni di carattere troviamo invece che "la negazione verte non sul diritto della donna ad avere un sesso autentico suo proprio, ma sul diritto degli altri a possedere un loro proprio narcisismo, nella misura in cui esso è recepito come barriera per l'utilizzazione dell'altro al servizio esclusivamente del proprio narcisismo" .

 

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